Milano Chatbots Meetup: il mondo è piccolo e grazie al network lo si restringe sempre più

#MilanoConnessa: Persone oltre lo schermo

Daniela Ceriana
ConvComp.it

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Sempre più persone lavorano in ambito digital. Ma che cosa vuol dire, esattamente, lavorare nel digital?

Scopriamolo insieme a Paolo Montrasio, organizzatore di Milano Chatbots Meetup.

Ciao Paolo, grazie per aver accettato di raccontare la community Milano Chatbots ai lettori di Milano AllNews.
Cominciamo con una domanda semplice da porre, ma complessa a cui rispondere.

Chi siete e di che cosa parlate quando vi incontrate?
Davvero complessa perché siamo un po’ di tutto. Ai nostri incontri partecipano sviluppatori, forse il gruppo più numeroso, ma anche imprenditori, persone che si occupano di marketing, risorse umane, innovazione, liberi professionisti e non solo. Viene un po’ chiunque sia anche solo curioso dell’argomento, ossia delle cosiddette interfacce conversazionali.

O più brevemente “i chatbot”.

Dove e come si svolgono di solito i vostri incontri?
Ci siamo sempre trovati presso Mikamai e LinkMe in via Venini 42, M1 Pasteur.

L’appuntamento è per uno degli ultimi giovedì del mese.

Normalmente ci sono due talk da mezz’ora circa ciascuno. Iniziamo alle 19 e tra una cosa e l’altra finiamo tra le 20:30 e le 21. Poi inizia il secondo tempo: la partecipazione è gratuita (grazie a chi ci ospita!) ma ho sempre chiesto di portare qualcosa da bere o da mangiare. Li mettiamo sui tavoli in mezzo alla sala e così, senza preoccuparci di dover cercar qualcosa da mangiare, riusciamo a fermarci a parlare e a far networking fino a ben oltre le 22.

Il calendario dei nostri incontri è disponibile qui: Milano Chatbots Meetup.

Perché avete deciso di uscire dagli uffici e incontrarvi di persona, al di fuori della rete?
Questa è facile: se non ci si vede di persona non ci si conosce, non si fa networking, non nascono opportunità. E non si fa neppure un bell’aperitivo con altre 40–50 persone, o 80 come è capitato di recente.

Sono nate collaborazioni interessanti tra i partecipanti dei vostri meetup? C’è chi ha trovato lavoro.

Ci sono aziende che dopo aver presentato dei loro prodotti hanno scoperto di aver sviluppato parti complementari di un possibile servizio. Vedremo se nascerà qualcosa.

In generale, più si conoscono persone e più si aprono orizzonti.
Ad esempio abbiamo avuto la possibilità di organizzare due aree tematiche al prossimo Technology Hub, una fiera di 3 giorni a maggio in Fiera Milano City.

Pochi giorni fa è capitato di trovare in un’ora la sede per un talk della prossima Digital Week.
È successo che l’altro speaker con cui dovevamo accordarci era una persona con cui avevo un appuntamento semilavorativo quella stessa sera. Per questo bisogna uscire di casa e frequentare eventi come il nostro e tutti quelli simili.

Si dice che il mondo è piccolo e grazie al network lo si restringe sempre più.

La vostra community è limitata alla città di Milano oppure ci sono altri incontri anche in altre parti del mondo?
Noi siamo su Milano, però il padre spirituale di questa iniziativa è Giorgio Robino di Genova, che organizzò un evento di un giorno intero qui a Milano nel giugno 2016.

C’è una community simile a Torino e ce ne sono varie in altri paesi.

E tu, di che cosa ti occupi?
Sono un freelancer. Progetto e sviluppo software, principalmente applicazioni web o mobile. In alcuni casi lavoro da solo, altre volte con sviluppatori che ingaggio io, altre volte con quelli del clienti.

Incidentalmente le tecnologie usate per sviluppare chatbot sono praticamente identiche, se escludiamo la parte di intelligenza artificiale, quando c’è.

Perché hai deciso di coordinare/rappresentare la tua community? Lo fai volontariamente oppure a livello personale?
L’idea di un nuovo tipo di interfaccia tra noi ed i computer mi interessa ed è evidente che prima o poi li controlleremo usando solo la voce, o no?

Poiché conosco Giorgio Robino da tanti anni lo avevo aiutato ad organizzare la conferenza del giugno 2016, che fu un grande successo. Mettendo insieme movente ed opportunità decisi che iniziando da settembre avrei le dato un seguito con degli incontri mensili serali.
Sono andati bene anche quelli e ad un certo punto ha iniziato ad aiutarmi Valentino Spataro, prima per le foto e le dirette, poi per l’organizzazione.

In due si lavora molto meglio e abbiamo fatto dei bei progressi. Sono benvenuti tutti coloro che volessero dare un contributo!

Secondo te, che cosa manca a Milano per essere veramente una città moderna?
Milanesi che pensino a come vogliono che la città diventi tra vent’anni. Il resto vien da sé.

Originally published at www.milanoallnews.it on February 14, 2018.

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